        Dopo la pioggia arriva il sole a baciare le colline del Miravalle di Montevarchi, lo storico impianto che si &egrave; da poco rifatto il trucco, presentandosi al pubblico in una veste completamente rinnovata e con il senso di marcia invertito che torna alle origini dopo quarant&rsquo;anni di gloriosa storia. La seconda gara degli Internazionali d&rsquo;Italia EICMA Series ha chiuso il campionato e incoronato Tim Gajser (Honda) Campione per la seconda volta di fila, dopo il successo del 2024. Il pilota della HRC che cadendo ad Arco di Trento nel 2023, proprio agli Internazionali si era infortunato gravemente, ha letteralmente dominato le quattro manche del 2025, chiudendo con lo stesso punteggio della passata stagione, 97 punti sui 100 disponibili, lasciando per strada solo la vittoria di gara uno a Montevarchi, andata al Rookie di quest&rsquo;anno, Lucas Coenen, al debutto sulla KTM 450 del Team De Carli.  Il via di gara due con Guadagnini all'interno di Seewer, Gifting e Gajser @Ducati Off Road Gajser fa gi&agrave; paura, gli Internazionali sono suoi Gajser che si era aggiudicato entrambe le frazioni di Mantova, conquistando la pole position sia in Lombardia che in Toscana, facendo segnare anche il miglior giro in gara, dimostra una fluidit&agrave; di guida e una tranquillit&agrave; impressionanti, basti pensare all&rsquo;ultimo giro di gara 2, percorso a tutto gas, con pi&ugrave; di 20 secondi di vantaggio, sfiorando il record di giornata. La CRF 450 RW di Tim, equipaggiata di sospensioni Kayaba &egrave; stabile e precisa e lui non sembra nemmeno faticare spingendola su e gi&ugrave; per le colline fangose di Montevarchi; il segnale &egrave; chiaro, chiunque volesse provare la scalata al titolo dovr&agrave; prima fare i conti con lui. Il sesto iride &egrave; per lui l&rsquo;unico obbiettivo immaginabile e con Prado in America ed Herlings fuori almeno per le prime tre gare, l&rsquo;occasione &egrave; ghiottissima.&nbsp;  Le celebrazioni del team HRC di Giacomo Gariboldi @Honda HRC Coenen: attenti al Lucas Lucas Coenen &egrave; uno di quelli che potrebbero impensierire il cinque volte iridato, perlomeno in alcune gare e su determinate superfici ma l&rsquo;adattamento alla cilindrata superiore e al nuovo team hanno bisogno di un po&rsquo; di tempo ma c&rsquo;&egrave; da scommettere che se sapr&agrave; restare lontano dai guai, sar&agrave; pi&ugrave; di chiunque altro, il futuro della MXGP, sperando che resti (almeno lui) in Europa sufficientemente a lungo per conquistare il titolo della classe regina, visto che finora gli sono sfuggiti tutti gli altri e che proprio quando era pronto per conquistarli, &egrave; passato alla classe superiore. Lucas &egrave; veloce, sfrontato il giusto e soprattutto guidato nella sua prima stagione in 450, dal miglior team possibile, quel De Carli che da Chiodi a Prado, passando per un certo Cairoli, ha conquistato 14 titoli iridati, portando i tre assi del motocross al primo successo in carriera.&nbsp;  Lucas Coenen taglia il tragaurdo di gara uno vittorioso @S.Taglioni Guadagnini con la Ducati torna a sorridere&nbsp; Montevarchi ha regalato tante emozioni e numerosi colpi di scena, cos&igrave; come ha fatto Mattia Guadagnini che ha regalato alla Ducati il primo podio degli Internazionali, mentre Jeremy Seewer abbandonava gara due per una noia tecnica. Il veneto si &egrave; impegnato a fondo, facendo alzare dalle tribune gli spettatori con partenze ottime, un contro sorpasso su Isak Gifting (Yamaha) da incorniciare in gara uno e con un primo passaggio sul traguardo in gara che ha ricordato Cairoli con Roczen nel National: grande whippata con la Desmo450 MX in faccia a Gajser e via gi&ugrave; in discesa. Il sorriso sincero e quasi commovente a fine gara testimoniano la voglia di far bene di questo ragazzo che tornato a Levane in casa Maddii, ha ritrovato i suoi spazi e le sue abitudini, chiamando, durante l&rsquo;intervista di fine gara, Montevarchi &ldquo;la mia casa&rdquo;. A quattro mesi dalla messa in vendita della sua 450, a Borgo Panigale tutto questo serve moltissimo. Da ieri sera sappiamo anche che il sogno rosso a giugno coster&agrave; 12990&euro;.  Il primo giro di gara due, Guadagnini davanti a Gajser @Ducati Off Road Bonacorsi regala il podio della MX1 alla Fantic Podio di campionato, alle spalle di Gajser e di Coenen per Andrea Bonacorsi che porta in alto la Fantic del team Factory, finalmente al completo in Toscana. Dopo essere salito sul podio di Mantova con una prestazione pi&ugrave; che convincente il bergamasco fa meglio dei suoi compagni Glenn Coldenhoff e Brian Bogers in prova e in gara e termina al secondo posto in gara due. Dopo un anno di apprendistato, Andrea pu&ograve; fare benissimo in MXGP, portando magari la moto italiana a quel podio sfuggito di un soffio a Coldenhoff ad Arnhem nel 2024. Bene anche Gifting che conosce senz&rsquo;altro molto bene la pista per lui quasi di casa (il team JK per il quale corre &egrave; di Montecatini) e che termina sul secondo gradino del podio di giornata per la gioia di Riccardo Boschi e dei suoi uomini.  Andrea Bonacoris in azione a Montevarchi @Fantic Ancora molto da fare per Beta, bene Monticelli con la Kawasaki Meno bene le Beta di Tom Koch e Ben Watson, fuori dalla top ten alle spalle di piloti privati come Ivo Monticelli con la Kawasaki del Team Scoccia, partito persino in testa in gara uno e ottavo assoluto alle spalle di Jan Pancar (KTM) e davanti allo sconosciuto Nickel Cato, nono con una Husqvarna privatissima. Il sole che ha regalato agli appassionati di Motocross assiepati sulle tribune una giornata di vero sport, su una pista quasi perfetta grazie all&rsquo;estenuante lavoro degli uomini del Motoclub Brilli Peri e della OffRoadProRacing, cala sugli Internazionali d&rsquo;Italia 2025, prossima tappa Cordoba, in Argentina quando il cancello della MXGP caler&agrave; per la prima delle 60 partenze previste.  Ben Watson 8&deg; di Campionato con la Beta del team MRT @S.Taglioni        

Lo sloveno manca l&rsquo;en plein a Montevarchi e deve cedere la vittoria nella prima manche ma si rif&agrave; nella seconda dominando con autorevolezza. Primo podio per Ducati con Guadagnini

INTMX: Gajser in forma Mondiale

        Yamaha e Monster Energy Yamaha Star Racing hanno annunciato un&rsquo;altra nuova aggiunta al Team USA per la prossima gara del&nbsp; Nazioni 2024 a Matterley Basin, nel Regno Unito. Il plurititolato pilota di Supercross con all&rsquo;attivo 1 titolo della 250SX e due della 450SX, sostituir&agrave; Chase Sexton (KTM), infortunatosi sabato sera nella finale del SMX di Las Vegas.&nbsp;  Il podio del 2022 con l'America di Tomac, Sexton e Cooper sul primo gradino del podio @L.Resta Last minute call per Tomac al Nazioni Il vincitore del Nazioni a RedBud del 2022 ha dichiarato: &ldquo;A causa dello sfortunato incidente di gara in cui &egrave; stato coinvolto Chase nell'ultimo round di SMX, ero il prossimo in linea a prendere il suo posto per il Team USA. Aaron, Cooper e io siamo pronti a dare il massimo a Matterley Basin. &Egrave; un preavviso molto breve per il mio team, ma faremo in modo che accada!&rdquo; Una settimana fa la squadra statunitense, guidata da Roger De Coster, aveva gi&agrave; annunciato la sostituzione di Chance Hymas (Honda) con Cooper Webb (Yamaha) che correr&agrave; in MX2.  Sexton, qui in gara nel 2022 a RedBud, non sar&agrave; a Matterley Basin @L.Resta       

Secondsa sostituzione nella fornmazione degli Stati Uniti che vede tornare al Nazioni il pilota del Colorado che a Matterley Basin si schierer&agrave; in gara nella classe MXGP&nbsp;

Nazioni: Tomac in gara per gli USA

        Il sodalizio tra i pi&ugrave; fruttuosi in termini di risultati, della storia del motocross, inizia nell&rsquo;estate del 2009, quando quasi inspiegabilmente Yamaha decide di lasciare a piedi Claudio De Carli e il suo team. L&rsquo;offerta della casa di Iwata &egrave; solo per Tony che sta conquistando il suo primo titolo in MX1 proprio in sella ad una Yamaha e che a fine stagione dovrebbe spostarsi nella struttura gestita da Michele Rinaldi, De Carli &egrave; out. Ad Amsterdam, dove fa base Yamaha Europa, hanno per&ograve; fatto male i loro calcoli; il rapporto De Carli/Cairoli &egrave; inossidabile e la fiducia reciproca che entrambi ripongono nell&rsquo;altro &egrave; totale, cos&igrave;, insieme, decidono di affrontare un grande salto nel vuoto: accettare la proposta di KTM.  Un'immagine del primo photoshooting di Cairoli con la KTM, &egrave; l'inverno del 2010 Il primo contatto con la KTM &egrave; tut'altro che confortante Cairoli testa per la prima volta la moto austriaca, &egrave; il 450 di Maximilian Nagl, proprio il pilota che Tony ha battuto conquistando il mondiale. Quella bestia troppo potente, pesante e aggressiva non gli piace affatto, ragione per la quale si inizia a cercare in altre direzioni per dare al gi&agrave; tre volte iridato una moto che risponda meglio alle sue esigenze. Ecco come nasce l&rsquo;idea di un 350 che possa essere competitivo in mezzo alle moto pi&ugrave; grandi e potenti. Mezzo paddock ride al solo pensiero di un pilota che per quanto forte, si schierer&agrave; al cancello di partenza consapevole di avere 100cc in meno di capacit&agrave; del motore rispetto ai suoi avversari e molta meno potenza a disposizione per partire davanti; Pit Beirer e Claudio De Carli restano convinti della loro scelta.&nbsp;  La prima vittoria con la KTM, Mantova, Aprile &nbsp;2010, secondo GP della stagione, con lui Desalle e Nagl Un salto nel vuoto che porta al successo Tony &egrave; il meno preoccupato di tutti, i test invernali sono andati bene, De Carli ha fatto un lavoro perfetto e in Austria hanno seguito alla lettera le indicazioni del pilota siciliano e del manager romano. Il 3 aprile il mondiale inizia a Sevlievo, in Bulgaria, Cairoli &egrave; terzo nella gara di qualifica, alle spalle di Nagl che continua col 450 e che ora &egrave; compagno di squadra del campione in carica sotto la tenda di De Carli. Il tedesco con la moto pi&ugrave; potente parte in testa, Cairoli &egrave; fuori dai 10 e al termine dei 20 giri di gara &egrave; sesto. Qualche sorrisetto inizia a spuntare sul viso dei suoi rivali che non hanno ancora idea di cosa li aspetti. Al via della seconda manche Nagl &egrave; ancora primo ma questa volta Tony &egrave; terzo e nel giro di 10 passaggi prende il comando, regalando la prima vittoria parziale col 350 a KTM. Sul podio il siciliano &egrave; secondo alle spalle del compagno.  Le celebrazioni per la conquista del primo titolo con KTM, il quarto di Cairoli Due GP per iniziare a vincere con la KTM SX-F 350 Il secondo appuntamento stagionale &egrave; in programma a Mantova, la sabbia di fiume, pur non essendo quella di Lommel, piace tanto a Cairoli che &egrave; secondo in gara uno e primo nella seconda, vincendo il primo dei 43 Gran Premi che si aggiudicher&agrave; in sella ad una 350. Il quarto titolo, il primo dei sei che centrer&agrave; con KTM, arriva due GP prima della fine della stagione, a Campo Grande, in Brasile, lontano dall&rsquo;Europa che festeggia il primo titolo conquistato da un costruttore del vecchio continente nella classe regina dal 1985, anno di nascita di Cairoli.&nbsp;  Un'immagine del photoshooting del 2011, la tabella rossa rester&agrave; l&igrave; fino al 2015 La rivoluzione KTM/Cairoli: dall'Europa alla conquista degli USA La decisione di tenere unito il gruppo di lavoro De Carli/Cairoli, si dimostrer&agrave; vincente e porter&agrave; alla conquista di altri cinque Campionati del Mondo della massima categoria. Fino al 2015 Tony sar&agrave; imbattibile e solo alcuni infortuni potranno frenare la sua corsa a diventare 10 o chiss&agrave; quante altre volte Campione del Mondo. La sua scelta di passare in arancione, inoltre, regaler&agrave; a KTM non solo titoli ma anche sviluppo e successo sui mercati di tutto il mondo, aprendo al costruttore austriaco le porte del mercato nord americano, sul quale la 350 sar&agrave; la moto da cross pi&ugrave; venduta per anni, riportando KTM a correre (e vincere) sulle piste del Supercross e del National, convincendo piloti come Ryan Dungey e manager come Roger De Coster a sposare la causa.  Il bacio del Campione, Jill, moglie di Cairoli festeggia col futuro marito il nono titolo ad Assen, &egrave; il 2017 KTM e Cairoli: 14 anni indimenticabili Dopo 14 anni di lavoro insieme Cairoli lascia a KTM la bellezza di 65 Gran Premi vinti, 6 titoli di Campione del Mondo piloti, 5 dei quali conquistati con il 350, 9 titoli costruttori, 1 Nazioni nel 2021 e 1 titolo in MX2 con Andrea Adamo, nelle vesti di team manager del KTM RedBull Factory Racing. La scelta del siciliano di non rinnovare il contratto, annunciata ieri da KTM, con quella che a tutti gli effetti era diventata una seconda famiglia va ricercata nella volont&agrave; di Cairoli di continuare a salire in moto, contribuendo personalmente allo sviluppo della motto che scende in pista e chiss&agrave; che non lo si riveda tra qualche tempo al cancello di partenza di una gara di Campionato Italiano o nelle vesti di wildcard, per guidare una nuova rivoluzione del motocross.  Il primo titolo regalato da Cairoli nelle vesti di team manager a KTM, quello di Adamo in MX2&nbsp;       

Ripercorriamo la lunga avventura che ha visto Cairoli e KTM conquistare 7 titoli iridati, 6 da pilota e 1 da team manager. Tutto ci&ograve; che questo binomio ha regalato al motocross

Antonio Cairoli e KTM: 14 anni straordinari

        Sexton si &egrave; ufficialmente unito al team KTM per partecipare al campionato AMA Supercross, al campionato AMA Pro Motocross e alla serie SMX Finals, con un contratto pluriennale, adottando sorprendente un nuovo numero, lasciando il 23 a favore del 4. Prima di usare il numero che fu l&rsquo;emblema di Ricky Carmichael, Sexton, originario di Chicago, nell'Illinois, user&agrave; il numero 1 per difendere il titolo della 450SX. Il debutto competitivo di Sexton in arancione &egrave; previsto per il primo round del campionato AMA Supercross 2024 ad Anaheim, in California, sabato 6 gennaio.  Sexton in azione sulla pista da Supercross di propriet&agrave; di KTM Sexton in KTM per diverse stagioni Chase Sexton: &ldquo;Sono estremamente entusiasta di unirmi a Red Bull KTM Factory Racing. Non solo il materiale &egrave; di prim'ordine, ma lo sono anche il personale della squadra e la loro voglia di vincere. Dalla prima volta che ho varcato quelle porte, Roger [De Coster], Ian [Harrison], il team e l'intera azienda KTM non sono stati altro che accomodanti. Penso che avremo un futuro brillante insieme e non vedo l&rsquo;ora di mettermi al lavoro.&rdquo; Ian Harrison &ndash; Team Manager Red Bull KTM Factory Racing: &ldquo;Il nostro obiettivo con Chase fin dall'inizio &egrave; quello di farlo sentire accolto e veramente a casa con il team Red Bull KTM Factory Racing. Durante questi primi giorni, stiamo lavorando per preparare un ottimo pacchetto gara da cui sia Chase che il team possano partire. Penso davvero che possiamo fornire il sistema completo di supporto ufficiale che desidera e merita, e sono anche fermamente convinto che Chase continuer&agrave; a far crescere la squadra e i nostri piloti portandoli a un livello pi&ugrave; forte. Non vediamo l&rsquo;ora di combattere nel 2024 e lo ringraziamo per aver fiducia in noi.&rdquo; Roger De Coster &ndash; Motorsport Director, Nord America: &ldquo;Osserviamo sempre i progressi dei piloti nei loro primi anni e i progressi di Chase sono stati davvero impressionanti. Sono impressionato dalla sua determinazione e dalla tenacia in pista, nonch&eacute; dalla professionalit&agrave; nel modo in cui si comporta fuori pista, e tutto il nostro team americano &egrave; entusiasta di avere l'opportunit&agrave; di lavorare e crescere con Chase nei prossimi anni. I valori del nostro marchio sono in linea con quelli di Chase, quindi collettivamente siamo davvero entusiasti di vedere cosa ha in serbo il futuro per entrambi e cosa possiamo ottenere tutti insieme.&rdquo;  Sexton in posa con De Coster a sinistra e Harrison a destra       

Il 24enne dell'Illinois ad Anaheim 1 sar&agrave; sulla KTM 450 SX-F per difendere il titolo conquistato in Supercross quest&rsquo;anno

AMA: Chase Sexton e KTM insieme

        Figlio di un concessionario di moto, il giovane Malherbe ha iniziato a correre giovanissimo, arrivando al primo titolo mondiale in 500c nel 1980, ripetendosi nel 1981 e nel 1984, terminando secondo nel 1983, 1985 e 1986, totalizzando ben 41 vittorie di Gran Premio. Ritiratosi dalle gare di motocross era passato alla Parigi Dakar, nell&rsquo;era eroica della gara africana, restando paralizzato nel 1988 a seguito di un orribile incidente.  Andr&eacute; Malherbe con la Honda 500 precede Roger De Coster nel 1980 @P.Haudiquert Icona di stile e inguaribile ottimista  Sempre pacato e sorridente Andr&eacute; ha frequentato per diversi anni il paddock del Mondiale motocross, presenziando soprattutto le gare che si svolgevano in Belgio, dove incontrava alcuni dei suoi rivali pi&ugrave; importanti, come Dave Thorpe e il compianto Georges Job&egrave;. Icona di stile, nel massimo splendore della sua carriera usava arrivare nel paddock con una Ferrari rossa, indossando il mitico logo Hollywood sui pantaloni della divisa. Il suo ritorno nel paddock da tetraplegico coincise con la conquista del titolo della 500cc. di un&rsquo;altra leggenda purtroppo scomparsa recentemente, Eric Geboers. Malherbe, nonostante fosse relegato ad una vita in sedia a rotelle, era un inguaribile ottimista e non si tirava mai indietro davanti ad una chiacchierata con gli appassionati di turno che andavano a salutarlo. Le sue battaglie con Hakan Carlqvst e Dave Thorpe resteranno tra le pagine pi&ugrave; emozionanti di questo sport.  Nle paddock di Namur nel 1989, un anno dopo l'incidente. Sulla pista belga aveva vinto il primo GP in 500 @P.Haudiquert       

Tre volte campione del mondo FIM 500cc Motocross, Malherbe si &egrave; spento all'et&agrave; di sessantasei anni. Nato a Huy, in Belgio, Andr&eacute; ha conquistato il primo alloro nel 1973, vincendo il Campionato Europeo FIM 125cc di Motocross con la Zundapp, ripetendosi nel 1974.&nbsp;

Ci ha lasciati André Malherbe, leggenda del cross anni ’80

        Il Mondiale Motocross nel 2022 &egrave; tornato alla normalit&agrave;, con il programma di due giorni, prove libere, cronometrate e manche di qualifica del sabato; warm up e le due manche della domenica. Diciotto Gran Premi, con trasferte oltreoceano in Argentina e Indonesia e finale in Turchia. Dopo questi impegni, &egrave; arrivato il momento delle pagelle di fine anno della MXGP, tra promossi, bocciati e rimandati, ovviamente con un po&rsquo; di ironia e il massimo rispetto per chi fa uno sport faticoso e rischioso, dove cadute, incidenti e infortuni sono sempre in agguato&hellip; Italiano Prestige: Forato campione nella MX1 Tim Gajser 10  Nel 2015, il primo titolo iridato in MX2 e il bis nel 2016, al suo primo anno di MXGP. Doppietta nel 2019 e nel 2020, il terzo posto l&rsquo;anno scorso e quest&rsquo;anno il ritorno sul gradino pi&ugrave; alto del podio. Cinque titoli, come l&rsquo;avversario Jeffrey Herlings (che per&ograve; ha due titoli in MXGP contro i quattro di Gajser in top class), e i leggendari De Coster, Job&eacute;, Geboers e Smets. Tim &egrave; tra i grandi con pieno merito e in questa stagione ha di fatto dominato: dieci GP vinti contro i tre di Jeremy Seewer; 14 manche vinte contro le sei di Renaux e la tabella rossa &egrave; stata sulla sua moto per tutti i diciotto GP stagionali. &Egrave; facile dire che mancavano Herlings, Febvre e Cairoli&hellip; la realt&agrave; &egrave; che Tim &egrave; cresciuto ed &egrave; sempre pi&ugrave; completo: ha imparato che la stagione iridata &egrave; molto lunga e ci sono momenti in cui bisogna accontentarsi del piazzamento e ragionare in ottica campionato. Cos&igrave;, dopo le vittorie di fila in Germania e Indonesia, a tre quarti di stagione, con un vantaggio di oltre 120 lunghezze su Jorge Prado, ha lasciato agli altri la battaglia per l&rsquo;effimera vittoria di GP e ha pensato soltanto a evitare errori e raggiungere la matematica certezza del titolo, arrivata in Finlandia, terzultimo GP stagionale. Negli ultimi GP &egrave; tornato cannibale, mostrando di cosa sia capace, con un cambio di passo irresistibile nel finale della seconda manche a Saint Jean d&rsquo;Angely (dove aveva vinto una sola volta) e nella rimonta di Gara 1 in Turchia. A essere pignoli, a volte ha sofferto sulla sabbia: dodicesimo in gara due a Riola Sardo, soltanto settimo in Belgio e sesto in Finlandia. Jeremy Seewer 8   Secondo in campionato. Verrebbe da dire: come al solito. Nulla contro Jeremy, che tra l&rsquo;altro &egrave; una delle persone pi&ugrave; squisite nel paddock, ma ci siamo convinti che alle sue indubbie qualit&agrave; tecniche manchi qualcosa di importante, questo purtroppo non gli ha mai permesso di emergere prepotentemente. Secondo nel mondiale Junior 125 (2011); secondo nell&rsquo;europeo EMX250 (2013), due volte secondo nel mondiale MX2 (2016 e 2017), tre volte secondo nel mondiale MXGP (2019, 2020 e 2022), non pu&ograve; non meritarsi la nomina di eterno secondo. Tre GP vinti quest&rsquo;anno (ne aveva vinti due nei tre anni precedenti di MXGP), probabilmente gli manca la cattiveria, quella che pu&ograve; fare la differenza e che non &egrave; riuscito a dargli neanche Jacky Vimond, che per la prima volta quest&rsquo;anno gli ha fatto da trainer. Non si pu&ograve; per&ograve; negare a Jeremy una grande regolarit&agrave; di risultati (nove podi stagionali) e il merito di avere guidato la truppa Yamaha al titolo costruttori. Jorge Prado 8  Il ni&ntilde;o prodigio del Motocross iridato, primo titolo mondiale (di due, entrambi in MX2) a soli diciotto anni, nel suo terzo anno nella massima categoria, &egrave; salito per la prima volta sul podio di fine campionato: terzo. Nella prima parte della stagione, fino al GP Trentino, sembrava il rivale diretto di Gajser, poi un leggero infortunio (lussazione a una spalla) e a tre quarti di stagione una non ben definita malattia lo hanno rallentato ma nel finale &egrave; riuscito, con il podio in Francia e un sesto posto in Turchia, ad assicurarsi il terzo posto finale in campionato, grazie anche all&rsquo;ultimo GP rovinoso di Coldenhoff e di Renaux. Sempre imbattibile nelle partenze (16 holeshot), Prado &egrave; stato il pilota ad aver raccolto pi&ugrave; podi stagionali (10) dopo Gajser (tredici). Maxime Renaux 9  &nbsp;Da non confondere con la berlina francese prodotta negli anni &rsquo;90! Campione del mondo Junior 125 nel 2015, poi cresciuto con il team italiano Yamaha SM Action fino al titolo mondiale MX2 dell&rsquo;anno scorso, Maxime, al primo anno di MXGP, si &egrave; dimostrato molto competitivo, vincendo la manche di qualifica nel primo GP stagionale, Matterley Basin, e salendo sul podio (secondo) nel GP seguente, a Mantova. Alla fine sono stati sette i podi stagionali, con una vittoria di GP (Spagna, a 22 anni fatti da pochi giorni) e sei manche vinte. Prima dell&rsquo;infortunio in Germania Maxime era secondo alle spalle di Gajser. Poi, con i due GP saltati era comunque in lotta per il podio finale del campionato nell&rsquo;ultimo GP in Turchia ma dopo aver vinto la qualifica al sabato e la prima manche, in Gara 2 dopo aver segnato l&rsquo;holeshot &egrave; incappato in una caduta che ha danneggiato anche la moto e ha concluso ottavo di manche e quarto in campionato. Comunque &egrave; lui il Rookie of the Year. Romain Febvre 8  Soltanto otto GP per l&rsquo;ex iridato francese, al primo anno in Kawasaki e reduce dal brutto infortunio del Supercross di Parigi. Ha stupito subito, al rientro nel GP Germania, quinto assoluto. Ha sfiorato il podio a Lommel (quarto) e ha chiuso la stagione tornando sul podio (terzo) con la vittoria di Gara 2 in Turchia. Glenn Coldenhoff 7,5  Un po&rsquo; a sorpresa, il terzo uomo dello squadrone Yamaha MXGP, a 31 anni, &egrave; riuscito a raccogliere il miglior risultato finale in MXGP: un quinto posto che senza la debacle nell&rsquo;ultimo GP (Turchia) poteva addirittura essere il terzo gradino del podio iridato. L&rsquo;olandese, specialista del Nazioni (dominatore nell&rsquo;individuale nel 2018 e 2019, protagonista delle due vittorie olandesi), ha dato ragione al patron Louis Vosters, che ha voluto fortemente tenere in squadra il suo connazionale, che lo ha ripagato con una buona stagione ed &egrave; stato protagonista dello storico podio tutto Yamaha a Hyvinkaa (Finlandia): primo Coldenhoff, secondo Seewer, terzo Renaux. Per Glenn, anche altri cinque podi nella stagione. Brian Bogers 7  Ecco il secondo olandese nella Top 10 iridata: &egrave; il taciturno Brian Bogers che dopo qualche buon piazzamento l&rsquo;anno scorso (12&deg; nella classifica finale MXGP), in questa stagione &egrave; riuscito a salire tre volte sul podio, raccogliendo anche una storica vittoria (la prima in carriera) sul suo terreno preferito, la sabbia, nientemeno che a Lommel, con un primo posto in Gara 1 e il terzo posto in Gara 2. Sesto in campionato. Calvini Vlaanderen 7  Ed ecco il terzo olandese, settimo in campionato, proprio alle spalle del connazionale Bogers. E proprio come Bogers, Vlaanderen si &egrave; tolto la soddisfazione della prima vittoria in campionato, e anche lui ha scelto, ovviamente, un terreno sabbioso, quello di Riola Sardo, dove ha dominato il fine settimana: miglior tempo nelle cronometrate, vittoria nella manche di qualifica e vittoria in entrambe le manche iridate. Ruben Fernandez 7  Prima stagione nella massima categoria per il robusto spagnolo, che l&rsquo;anno scorso, in MX2, aveva ottenuto cinque podi; poi, negli ultimi due GP, era stato schierato in MXGP per dare man forte a Tim Gajser. Ruben si &egrave; confermato molto veloce anche con la 450, anche se a volte &egrave; stato troppo aggressivo nella guida, per&ograve; &egrave; gi&agrave; stato capace di raccogliere due podi, in Lettonia (terzo) e in Indonesia (terzo) e di guadagnarsi il posto al fianco di Gajser nel team ufficiale HRC 2023. Alberto Forato 7   Il veneto, undicesimo nella classifica finale MXGP, &egrave; stato il primo degli italiani nella categoria e, ancora nel Team SM Action GASGGAS, al suo secondo anno con la 450, ha fatto sicuramente passi avanti. Settimo nel primo GP (Matterley Basin), su alcune piste ha impressionato per velocit&agrave;: ad Arco, miglior tempo nelle cronometrate (in Gara 2 &egrave; caduto mentre insidiava Prado per il quarto posto), quarto in Gara 1 in Lettonia, settimo in Gara 1 in Spagna, nel GP successivo, Francia, si &egrave; infortunato al via di Gara 1 ed &egrave; stato fuori tre GP. Nel finale della stagione si &egrave; ripreso, ottenendo buoni piazzamenti e in Turchia &egrave; giunto quinto, in rimonta in Gara 1 e settimo in gara due. Ha messo in mostra buone doti e, considerando che raramente &egrave; partito nel gruppo buono, sarebbe bello vederlo su una moto ufficiale. Mattia Guadagnini 6  Quarto nel mondiale MX2 l&rsquo;anno scorso, era la nostra punta di diamante per la 250 di quest&rsquo;anno ma forse, per eccessive aspettative, dopo i primi sette GP non aveva ottenuto neanche un podio (quarto posto in Argentina) ed era settimo in campionato, cos&igrave; anche in previsione del 2023 &egrave; stato spostato in MXGP. Non male l&rsquo;esordio con la 450 (ottavo in Sardegna e sesto in Spagna), poi Mattia &egrave; stato protagonista di una brutta caduta in Francia. In seguito ha ottenuto qualche buon piazzamento (sesto in Gara 1 in Germania) e nient&rsquo;altro. Troppo poco onestamente per una stagione da ricordare, finch&eacute; proprio all&rsquo;ultimo GP in Turchia ha effettuato buone partenze, chiudendo quinto il GP, a sei punti dal podio. E ci fa sperare per il Nazioni&hellip; Ben Watson 5  Maggiora, seconda manche: Ben Watson parte in testa e fa un giro davanti a tutti, e finisce quarto di manche. Unica perla in una stagione da dimenticare. Troppo poco per un pilota che l&rsquo;anno scorso era ufficiale Yamaha e che quest&rsquo;anno era ancora ufficiale, con la verde Kawasaki, che nelle mani di Febvre &egrave; subito tornata a brillare. Forse la sua ultima stagione in MX2 (2020), con due vittorie di GP, aveva illuso un po&rsquo; tutti. Alvin Ostlund 5  Undicesimo al mondiale MX2 del 2020, ha vissuto il secondo anno di MXGP. Infortunato a met&agrave; 2021, sembrava pronto per il 2022 ma i risultati non sono mai arrivati, pur essendo in un team di esperienza. MotoGP, ecco il calendario provvisorio: il Mugello resiste, ipotesi Kazakistan       

Gajser il migliore, Renaux promosso a pieni voti, positivo anche Febvre. Italiani sopra la sufficienza

MXGP: le pagelle di fine stagione

        La festa a stelle e strisce chiude la stagione 2022 del motocross iridato, i fan americani celebrano i loro eroi sul podio di RedBud. Maxime Renaux (Yamaha) si aggiudica la terza manche e vince l&rsquo;individuale nella MXGP, Jett Lawrence (Honda) vince la Open e si aggiudica il Ricky Carmichael award come miglior giovane in pista, a Justin Cooper (Yamaha) la vittoria nella individuale MX2.  Ferrandis in testa alla gara davanti al compagno di squadra Renaux Dopo 11 anni il Nazioni &egrave; di nuovo americano Mancava da 11 anni il trofeo delle Nazioni nella bacheca della squadra USA che guidata ancora una volta da Roger De Coster porta a 23 il computo delle vittorie totali per gli Yankees. La terza manche sei apre con due francesi in testa a guidare il gruppo, Maxime Renaux (Yamaha) autore dell&rsquo;hole-shot e Dylan Ferrandis (Yamaha) che prende il comando dopo poche curve seguito dal compagno di team, da Chase Sexton (Honda), Jeremy Seerer (Yamha) e Jett Lawrence (Honda). Al via, purtroppo per noi, cade Mattia Guadagnini (GasGas) che non riesce a ripetere l&rsquo;eccellente performance della gara precedente ed &egrave; costretto a rimontare dall'ultima posizione, mentre Antonio Cairoli (KTM) parte a centro gruppo, riuscendo a risalire fino alla dodicesima posizione nel primo giro.&nbsp;  Gara in sordina per Tomac che ha preferito consolidare il risultato senza prendere rischi Ferrandis &egrave; sempre il pi&ugrave; veloce ma vince Renaux Davanti i due di testa sono seguiti da Sexton e da Lawrence che passa Seewer ma nel corso del quarto passaggio Ferrandis cade, lasciando via libera al compagno e ripartendo sesto, alle spalle di Seewer e davanti a Eli Tomac (Yamaha), piuttosto conservativo nella terza frazione. Sexton nel tentativo di attaccare Renaux per la prima posizione lascia la porta aperta a Jett Lawrence che si infila, soffiandogli la seconda piazza, mentre Ferrandis ha la meglio su Seewer per la quarta posizione, con Jorge Prado (GasGas), quarto al via che scivola in settima piazza, superato da Tomac. Alle loro spalle Ruben Fernandez (Honda) e Cairoli battagliano per tutta la gara ma proprio quando l&rsquo;italiano sta per avere la meglio, deve gettare la maschera e accontentarsi del nono posto, con Guadagnini che taglia il traguardo diciannovesimo. La vittoria va a Renaux che resiste a Lawrence e approfitta dei doppiati per avere la meglio sull'australiano e su Sexton.  Renaux taglia il traguardo col pugno al cielo, per lui la prima vittoria in 450 al Nazioni Italia quarta, per Cairoli &egrave; l'ultimo atto L&rsquo;italia scarta quest&rsquo;ultimo risultato e chiude al quarto posto con 49 punti, 23 in meno dell&rsquo;Australia, precedendo il Belgio di un punto, la Spagna di due; a seguire, Olanda, Germania, Svizzera e Gran Bretagna che chiude la top ten del Nazioni 2022. Per Cairoli un po&rsquo; di rammarico per due partenze difficili che lo hanno privato di un ultima gara in carriera nelle posizioni di testa, il nove volte Campione del Mondo chiude al sesto posto nella MXGP, Andrea Adamo (GasGas) al settimo nella MX2 e Guadagnini al sesto nella Open.&nbsp;  Gli ultimi giri del Nazioni Cairoli se li &egrave; fatti stringendo i denti, senza maschera       

Il trofeo Chamberlain torna negli States dopo 11 lunghi anni, Tomac, Sexton e Cooper riescono nell&rsquo;impresa in una RedBud infangata, lavando l&rsquo;onta del 2018. Italia quarta per l&rsquo;ultima gara di Cairoli

Nazioni: l’America vince, Francia e Australia sul podio

La squadra americana schierata al via del settantacinquesimo Gran Premio delle Nazioni e selezionata dall&rsquo;inossidabile Roger De Coster, sar&agrave; composta da Eli Tomac (Yamaha), Justin Cooper (Yamaha) e Chase Sexton (Honda). Il team pi&ugrave; vincente della storia del Motocross delle Nazioni &egrave; in caccia del 23&deg; successo e di un ritorno alla vittoria che manca dal 2011, quando colsero il settimo trionfo consecutivo.    Prima convocazione in Nazionale per Chase Sexton  A caccia del 23&deg; successo   Tomac e Sexton sono stati i principali contendenti al titolo di questa stagione del National e sono ancora in lotta per la vittoria, separati da soli 4 punti, con il pilota Honda in vantaggio dopo l&rsquo;ultimo round. Tomac, alla quarta convocazione ma che non ha mai conquistato la vittoria al Nazioni correr&agrave; nella classe MXGP con il numero 101, mentre Sexton, convocato per la prima volta sar&agrave; schierato nella Open, indosser&agrave; il 103. Classe MX2 invece per Cooper che torna al Nazioni dopo il debutto del 2019 e che lo far&agrave; in MX2 con il numero 102.&nbsp;    Eli Tomac &egrave; alla quarta partecipazione ma non ha mai vinto 

E&rsquo; arrivato finalmente il tanto atteso annuncio del team che affronter&agrave; il Gran Premio delle Nazioni 2022 con i colori americani; a RedBud l&rsquo;America schiera la squadra pi&ugrave; forte possibile

Nazioni: annunciato il team USA

        In forma ormai lo &egrave;, il gusto alle gare americane l&rsquo;ha preso e allora perch&eacute; non andare a farsi un&rsquo;altro giretto negli States visto che in KTM &egrave; tutto pronto per accoglierlo a braccia aperte? Detto, fatto; Antonio Cairoli ha annunciato che &egrave; pronto ad affrontare la gara che si terr&agrave; sabato 20 agosto a Budds Creek, pista che accolse il Motocross delle Nazioni nel 2007. Terzo nelle prove libere e secondo dietro un certo Ryan Villopoto, nella gara di qualifica, il trentasettenne di Patti correva all&rsquo;epoca con la sua Yamaha 250 e fu costretto al ritiro in gara uno, vinta da Villopoto davanti a Reed e Carmichael, mentre nella seconda termin&ograve; 14&deg;, mentre la compagine azzurra, composta da David Philippaerts, Cairoli e Davide Guarneri, chiuse al quarto posto assoluto, dietro Stati Uniti, Francia e Belgio. &nbsp;  Il post di Cairoli su Instagram Cairoli: "Se dovesse arrivare la convocazione voglio farmi trovare in forma"  Antonio Cairoli: &ldquo;Abbiamo deciso di fare un&rsquo;altra gara in America per continuare a restare in forma in caso venga convocato per il Nazioni di settembre; aspettiamo la convocazione del CT Thomas Traversini e se dovesse arrivare voglio farmi trovare in forma. Faccio questa gara quindi per rimanere preparato, altrimenti passerebbe troppo tempo tra una gara e l&rsquo;altra. La moto e il team erano gi&agrave; organizzati e questo ha reso tutto pi&ugrave; semplice; oltretutto mi piaceva l&rsquo;idea di fare una gara sulla costa Est dopo averle fatte tutte sulla costa Ovest.&rdquo;  La squadra Americana del 2007 con da sx: Carmichael, De Coster, Villopoto e Tim Ferry       

Il nove volte Campione del Mondo &egrave; iscritto alla gara di Budds Creek per disputare il decimo round del Campionato Americano di Motocross e a noi ha detto in esclusiva che...

National: Tony Cairoli torna in America

        Con l&rsquo;aiuto di un giornalista argentino, super appassionato, Nestor Gutierrez, siamo andati a scavare nel passato del nostro Sport per scoprire come tutto sia iniziato.&nbsp;Nestor Gutierrez: &ldquo;Come sport, il motocross inizi&ograve; in Argentina nel 1962 per mano di Jean Pierre Raemdock che viaggi&ograve; con la sua BSA 350 dal Belgio, il suo paese, fino a Villa La Angostura. Lo stesso luogo in cui si terr&agrave; l&rsquo;MXGP di Patagonia Argentina questo fine settimana.&rdquo;  Nestor con Franco Picco a fine gara &nbsp;1985 il Mondiale 125 esordisce a Salta  &ldquo;I primi piloti argentini a correre un Campionato del Mondo furono Carlos Allu&eacute; e Gerardo Franzgrote, che nel 1980 soggiornarono a casa di J&ouml;el Robert. Lo stesso anno in cui Roger de Coster fece il suo debutto su una CR500 in un Supercross a Buenos Aires; J&ouml;el Roberts aveva gi&agrave; visitato la citt&agrave; di Bariloche per offrire corsi agli aspiranti piloti locali.&nbsp;Nel 1981 si tenne una gara pre-mondiale a Mendoza, con tra gli altri Harry Everts e poi a Salta, nel 1983 e 84 si replic&ograve; e vinsero l'americano Ricky Maky e il vostro Franco Picco.&nbsp;Per arrivare alla prima gara di Campionato del Mondo bisogner&agrave; attendere il 1985, quando in provincia di Salta, organizzata da Reinaldo Cozzani, si tenne una prova della 125cc, la prima di tre consecutive.&rdquo;  Con Alex Puzar raccogliendo le impressioni del dopo gara Nel 1988 sbarca il Mondiale 250  &ldquo;Nel 1988 invece fu la volta della categoria 250 che visit&ograve; per la prima volta l&rsquo;Argentina, mentre nel 1989 torn&ograve; la 125.&nbsp;Poi ci fu una lunga pausa, fino al 1994, dovuta alle oscillazioni economiche, seguita da una seconda prova nel 1995.&nbsp;Fino al 2010, l'attivit&agrave; internazionale in Argentina &egrave; rimasta ferma, con un solo tentativo di rilancio con l'arrivo dell'ormai defunto Campionato del Mondo MX3.&nbsp;Bisogner&agrave; invece attendere il 2015 per rivedere il Mondiale in Argentina che torner&agrave; a Villa La Angostura tutti gli anni fino al 2019 quando la Pandemia di Covid 19 ha nuovamente messo un freno agli spostamenti verso l&rsquo;Argentina. Ora, dopo due anni di pausa, la MXGP torna su quello che &egrave;, a detta della quasi totalit&agrave; dei piloti, il miglior circuito del mondo.&rdquo;  Chicco Chiodi a Cordoba con la 125 nell'anno in cui vinse 2022: quattordicesimo Gran Premio di Argentina  Quest'anno sar&agrave; quindi la quattordicesima edizione di questo GP e questi sono tutti i vincitori delle passate edizioni:&nbsp; 1985 &ndash; Salta/125 &ndash; Pekka Vekhonen &ndash; FIN - Cagiva&nbsp; 1986 &ndash; Salta/125 &ndash; Dave Strijbos &ndash; NED - Cagiva&nbsp; 1987 &ndash; Salta/250 &ndash; Rodney Smith &ndash; USA- Honda&nbsp; 1988 &ndash; Salta/250 &ndash; Giuseppe Andreani &ndash; ITA - Honda&nbsp; 1989 &ndash; Cordoba/125 &ndash; Trampas Parker &ndash; USA -Ktm&nbsp; 1994 &ndash; C&oacute;rdoba/125 &ndash; Bobby Moore &ndash; USA - Yamaha&nbsp; 1995 &ndash; C&oacute;rdoba/125 &ndash; Alessio Chiodi &ndash; ITA - Yamaha&nbsp; 2010 &ndash; La Rioja/MX3 &ndash; Carlos Campano &ndash; ESP - Yamaha&nbsp; 2015 &ndash; Neuquen/MX2 &ndash; Dylan Ferrandis &ndash; FRA &ndash; Kawsaki 2015 &ndash; Neuquen/MXGP &ndash; Max Nagl&nbsp;&ndash; GER &ndash; Husqvarna 2016 &ndash; Neuquen/MX2 &ndash; Jeffrey Herlings &ndash; NED &ndash; Ktm 2016 &ndash; Neuquen/MXGP &ndash; Tim Gajser&nbsp;&ndash; SLO &ndash; Honda 2017 &ndash; Neuquen/MX2 &ndash; Paul Jonass &ndash; LAT &ndash; Ktm 2017 &ndash; Neuquen/ MXGP &ndash; Tim Gajser&nbsp;&ndash; SLO &ndash; Honda 2018 &ndash; Neuquen/MX2 &ndash; Paul Jonass &ndash; LAT &ndash; Ktm 2018 &ndash; Neuquen/MXGP &ndash; Jeffrey Herlings&nbsp;&ndash;NED &ndash; Ktm 2019 &ndash; Neuquen/MX2 &ndash; Jorge Prado &ndash; SPA &ndash; Ktm 2019 &ndash; Neuquen/MXGP &ndash; Antonio Cairoli&nbsp;&ndash; ITA &ndash; Ktm  Claudio Federici con la TM a Cordoba nel 1994       

A molti la gara che si disputer&agrave; in Patagonia pare solo una meta curiosa e in linea con un motocross &ldquo;moderno&rdquo;, sempre in cerca di gare e destinazioni esotiche, ma l&rsquo;Argentina non &egrave; affatto nuova al calendario del Mondiale FIM di Motocross

MXGP di Patagonia Argentina: Il motocross ha una storia nel sud del mondo

        La nuova era del Motocross &egrave; quella del dopo-Cairoli. Soprattutto per gli appassionati italiani, il siciliano ha segnato quasi un ventennio da sogno, realisticamente irripetibile. L&rsquo;anno 2022, con tutti quei due, non ci aiuter&agrave; a fare a meno di Mister 222, e comunque ricordiamoci che Tony non ha detto che smette di correre, ma &ldquo;soltanto&rdquo; di fare tutto il Mondiale. Esclusiva, Valerio Lata: "Il mio 2021, dal dramma al trionfo" Cairoli "una tantum"  Ha parlato di qualche gara iridata su qualche pista che ama, magari anche per svolgere test per la KTM, e della volont&agrave; di correre un paio di gare del National, d&rsquo;altronde dall&rsquo;altra parte dell&rsquo;oceano c&rsquo;&egrave; quel Roger De Coster che &egrave; sempre stato un suo grande estimatore e gli ha ripetuto che per il Team KTM USA sarebbe un orgoglio ospitarlo e supportarlo. E proprio negli States c&rsquo;&egrave; un appuntamento ben prefissato per il 2022 a cui Tony non vuole mancare, quello della 75&ordf; edizione del Motocross delle Nazioni, il 25 settembre sulla pista Red Bud in Michigan: l&igrave; sar&agrave; con la tabella rossa con il numero 1, a difendere il titolo conquistato a Mantova con Mattia Guadagnini e Alessandro Lupino. La stagione iridata dovrebbe concludersi proprio nel weekend che precede Red Bud, ci&ograve; fa supporre che anche l&rsquo;ultima prova del Mondiale si possa correre negli USA o in Sud America. &Egrave; certo che l&rsquo;incognita sul calendario &egrave; tutta da risolvere, e ovviamente dipender&agrave; dall&rsquo;evolversi della pandemia. Negli intenti del promoter Infront si torner&agrave; al programma in due giorni, con prove e manche di qualifica al sabato e le due gare la domenica. Venti GP, a partire dall&rsquo;Inghilterra (Matterley Basin) il 20 febbraio. Con questo calendario, mancherebbero soltanto poche settimane al via, uno spazio dimezzato per chi vorr&agrave; partecipare agli Internazionali d&rsquo;Italia, anche per fare un buon &ldquo;rodaggio&rdquo; in gara, in bagarre. Nel mondiale MXGP sar&agrave; dura per tutti battere un Jeffrey Herlings che &egrave; sembrato cresciuto a livello di gestione delle gare e della stagione, ma meritano rispetto piloti come Tim Gajser, rallentato nel 2021 dall&rsquo;infortunio a una spalla quando era tabella rossa, Romain Febvre che dovr&agrave; per&ograve; recuperare dal brutto infortunio di Parigi (tibia e perone) e Jorge Prado, che ha un potenziale impressionante, finora non espresso del tutto nella massima categoria. Lo spagnolo, con il Team De Carli, passer&agrave; dalla KTM alla gemella GASGAS.  I piloti da seguire  Da Jeremy Seewer e Glenn Coldenhoff ci si pu&ograve; aspettare la sorpresa, ma soprattutto l&rsquo;olandese deve riscattare una stagione opaca. Dalla MX2 sale nel team ufficiale Yamaha il fresco iridato Maxime Renaux, che potrebbe subito inserirsi nella lotta di vertice. Per i colori azzurri al momento siamo certi della presenza di Lupino, Alberto Forato, Ivo Monticelli, Nicholas Lapucci e Michele Cervellin nella classe regina. Lupino, reduce dalla migliore stagione della carriera, con la prima volta nella Top 10, miglior pilota non ufficiale, non sar&agrave; pi&ugrave; sulla KTM del Team MRT con cui aveva dimostrato gran feeling, ma sull&rsquo;italianissima Beta ufficiale, ad affiancare Jeremy Van Horebeek. &ldquo;Albertone&rdquo; Forato rester&agrave; nel Team SM Action-GASGAS, ed &egrave; atteso a una pi&ugrave; continua presenza nella Top 10, mentre Monticelli, ancora convalescente dopo l&rsquo;intervento alla spalla, ha definito il passaggio al Team Honda di Jacky Martens. Lapucci, che ha gi&agrave; corso in MXGP nel 2020, porter&agrave; allo storico esordio nella massima categoria la Fantic 450 (su base Yamaha), mentre Cervellin sta valutando alcune opzioni. Vialle, strada libera?  Nella MX2, senza Renaux l&rsquo;altro francese Tom Vialle dovrebbe avere strada libera per riprendersi lo scettro, ma dovr&agrave; guardarsi dall&rsquo;eterno rivale Jago Geerts e, ci auguriamo, dal nostro Guadagnini, sulla GASGAS. Il veneto di De Carli nel primo anno di MX2 ha gi&agrave; assaporato tabella rossa e vittorie (due) e trovando continuit&agrave; lotter&agrave; al vertice. Tra gli altri azzurri c&rsquo;&egrave; Andrea Adamo, confermato in SM Action-GASGAS e in continua crescita: dovr&agrave; puntare alla zona podio. Gianluca Facchetti sar&agrave; ancora nel Team Beddini-KTM, mentre al momento non &egrave; ufficializzata la presenza di altri italiani. Dakar: Sam Sunderland conquista il secondo trionfo in carriera       

Senza Cairoli, presente solo in veste di wild card come collaudatore KTM, i riferimenti della disciplina diventano Herlings, Gajser e il giovane Prado. L'Italia punta sul binomio Lupino-Beta e, in MX2, sulla crescita di Guadagnini

Cross: il 2022, l'anno zero dopo l'addio di Tony Cairoli

Gli anni d&rsquo;oro di Joel Robert e Roger De Coster condussero la Suzuki a 21 titoli mondiali fino al 1984. L&rsquo;ultimo di quella serie fu speciale, perch&eacute; la Suzuki aveva abbandonato le competizioni nel Motocross proprio l&rsquo;anno prima, nel 1983, ma lasci&ograve; a Michele Rinaldi la possibilit&agrave; di correre con la 125 dell&rsquo;83 anche nella stagione 1984. E quell&rsquo;anno, l&rsquo;emiliano divenne il primo italiano iridato nel Cross. A coronamento di una storia iniziata nel 1983, da compagno di squadra di Eric Geboers. &ldquo;Ricordo benissimo quel mio primo viaggio in Giappone &ndash; dice Rinaldi &ndash; fu una forte emozione, anche per il mio tecnico Iller Aldini che mi seguiva in quella nuova avventura. Avevo corso soltanto con Marche italiane (TGM e Gilera) ed entravo in un nuovo mondo. Ci aspettavano con le moto pronte e capimmo subito che c&rsquo;era un&rsquo;organizzazione perfetta che pensava a tutto, non soltanto dal punto di vista tecnico. Avevamo a disposizione diverse cose da provare e stava al pilota scegliere cosa preferisse. Le moto erano probabilmente il meglio possibile in quegli anni, con una serie di successi impressionante. Quel primo anno sia con Eric che con il fratello Sylvain Geboers, che gestiva il team al Mondiale, si instaur&ograve; subito un&rsquo;ottima relazione. Qualcuno avrebbe potuto pensare che, essendo il team manager il fratello del pilota, ci sarebbe stato un trattamento preferenziale, ma non si &egrave; mai verificato, e ho avuto sempre un ottimo rapporto con il team&rdquo;.  Fabrizio Pirovano, l&#39;uomo che regal&ograve; il titolo Supersport alla Suzuki  I ricordi dell&#39;avventura con la Suzuki   Com&rsquo;era lavorare con i giapponesi?  &ldquo;Sia con la TGM, ma l&igrave; ero un ragazzino, che con la Gilera, ero pi&ugrave; coinvolto sullo sviluppo della moto, era il pilota che dava continuamente indicazioni su dove intervenire, mentre in Suzuki dovevi soltanto scegliere cosa preferivi tra il materiale che avevi gi&agrave; a disposizione. La 125 era una vera e propria moto ufficiale, perfetta e super affidabile&rdquo;.    Tu e Geboers vinceste venti manche sulle 24 disputate nel 1983. Eric vinse il titolo, tu ti togliesti la soddisfazione di tre vittorie di GP: Lombardore, Mongay (Spagna) e Leningrado. Ma durante la stagione arriv&ograve; l&rsquo;imprevedibile.  &ldquo;Ad agosto, Sylvain Geboers e Hiroide Tamaki, l&rsquo;ingegnere che di fatto aveva creato quelle Suzuki vincenti, si presentarono a casa mia per dirmi con grande dolore che la Suzuki si fermava nel mondo delle competizioni. C&rsquo;era evidentemente un cambio di rotta dal Giappone: &lsquo;La Suzuki &egrave; la prima a inventarsi cose innovative e vincenti nelle corse ma &egrave; l&rsquo;ultima a trasferirle sul prodotto di serie... quindi dobbiamo lavorare e concentrarci sul prodotto di serie&rsquo; spiegarono. Confesso di aver pianto di fronte a quella notizia. Ovviamente nel Circus iridato fu un fulmine a ciel sereno, qualcosa di inaspettato, e la bomba scaten&ograve; una caccia al posto in un team competitivo per chi era nelle squadre ufficiali Suzuki. Sylvain ed Eric si accasarono alla Honda per il 1984, Harry Everts si ferm&ograve;, Georges Job&eacute; pass&ograve; alla Kawasaki. Io, per&ograve;, ero l&rsquo;unico ad avere il contratto per due anni quindi mi dissero che, se volevo, potevo continuare, ma con il materiale &rsquo;83. Sapevo che quella moto era comunque competitiva. Avevo il materiale per andare avanti, ricambi, moto e tutto, ma rimaneva a me la gestione della stagione, quindi cercai gli sponsor per raggiungere il budget necessario&rdquo;.  E arriv&ograve; il titolo.  &ldquo;L&rsquo;ultimo titolo di quelle mitiche Suzuki ufficiali, il decimo consecutivo di una Suzuki in 125... e il mio primo da team manager. Gi&agrave;, team manager di me stesso. Sapete che non avrei voluto vincere in quel modo, con l&rsquo;infortunio di Corrado Maddii nell&rsquo;ultimo GP a Ettelbruck, ma io stesso avevo subito un infortunio in quella stagione prima dell&rsquo;inizio del Mondiale, nel Supercross di Bercy, e nel primo GP la spalla usc&igrave; ancora e fui costretto a operarmi saltando ben tre GP. Quell&rsquo;anno vinsi comunque pi&ugrave; di tutti, cinque Gran Premi...&rdquo;.  Poi hai continuato con la tua struttura sempre con i colori Suzuki.  &ldquo;Per il 1985, avendo vinto il Mondiale, in Suzuki si sentivano in dovere di farmi continuare con la mia squadra e il top management lasci&ograve; che io potessi ottenere qualcosa, ovvero delle parti speciali, quindi eravamo semiufficiali e nell&rsquo;85 passai in 250. Mi lasciarono anche un paio delle 500 raffreddate ad acqua che avevano preparato per Harry Everts, moto speciali, uniche, che andavano molto bene (Rinaldi ci vinse il titolo italiano 500, nell&rsquo;85, ndr) e andai avanti fino al 1987. Quando la Suzuki France, attraverso una concessionaria, mi offr&igrave; di correre la Dakar, che era da sempre un mio sogno. Accettai e corsi la Dakar, un&rsquo;esperienza importante anche se fin&igrave; alla nona tappa dopo una caduta e l&rsquo;ennesima lussazione alla spalla&rdquo;.    Quarto nel Mondiale 250 del 1985, secondo nel 1986 e ancora quarto nel 1987, ma proprio quei continui problemi fisici ti convinsero a smettere.  &ldquo;Era una decisione gi&agrave; nell&rsquo;aria e difficile da rimandare, inoltre avevo messo insieme un team strutturato tecnicamente molto bene, con gli uomini giusti e la fiducia degli sponsor e mi dissi di diventare team manager. Prendemmo un pilota per il 1988: il primo fu Rodney Smith, dalla California, e termin&ograve; la stagione 250 al terzo posto&rdquo;.  Nell&rsquo;89 arriv&ograve; Alex Puzar in 125 e lott&ograve; alla grande per il titolo con Trampas Parker, arrivando secondo, e nella 250 Smith fin&igrave; settimo. Nel &rsquo;90 John Van den Berk e Puzar corsero con la 250; l&rsquo;olandese si classific&ograve; terzo e a vincere il Mondiale fu Alex. Per il secondo titolo mondiale di un pilota italiano c&rsquo;era ancora il marchio di Michele Rinaldi.  &ldquo;Il contratto per il &rsquo;91 era gi&agrave; rinnovato per entrambi, ma a dicembre del 1990 John and&ograve; a correre a Bercy, cosa che per contratto non poteva fare (per conflitto tra lo sponsor del team e quello presente sul pettorale della gara) e dovetti rompere il contratto con lui. Quell&rsquo;anno Puzar si infortun&ograve; altrimenti avrebbe rivinto, dato che a tre quarti di stagione era nettamente in testa. Quel &rsquo;91 fu l&rsquo;ultimo anno con la Suzuki. Ad agosto &rsquo;90, dopo aver vinto il titolo con Puzar, la Yamaha mi chiese di correre con loro per il 1991: io lasciai aperto il discorso e a fine anno parlai con Lin Jarvis. In Giappone a novembre 1990 c&rsquo;era anche Sylvain Geboers con me, e la Suzuki aveva deciso di chiudere con la 125, cos&igrave; si liberava anche lo spazio per Sylvain per passare in 250 con la Suzuki. Le trattative si completarono nel &rsquo;91 e avvenne il passaggio in Yamaha per il 1992&rdquo;.  E arriv&ograve; il primo titolo per il team Rinaldi-Yamaha in 250 con il compianto Donny Schmit... ma tornando alla Suzuki, qual &egrave; il tuo ricordo di tutti quegli anni?  &ldquo;Io ho vissuto l&rsquo;epoca Suzuki da pilota e manager ma in modo piuttosto indipendente perch&eacute; loro avevano chiuso con le corse. La Suzuki preparava il pacchetto e lo consegnava, non c&rsquo;era uno sviluppo con i test, c&rsquo;era soltanto da scegliere le diverse opzioni tecniche. Invece nel caso di Yamaha non c&rsquo;era una loro organizzazione che seguiva lo sviluppo nelle gare, con molta pi&ugrave; libert&agrave; di lavorare qui noi in Europa sulle parti speciali&rdquo;.  Poi a fine 2017 la Suzuki &egrave; uscita (di nuovo) dal mondiale Motocross...  &ldquo;Un pezzo importante che si &egrave; perso, importante sia per chi lo sosteneva che per i concorrenti. Sar&ograve; un po&rsquo; nostalgico ma quando io iniziai a correre, Suzuki significava Roger De Coster, Sylvain Geboers, Mark Barnett negli USA, e altri piloti che hanno fatto la storia del Motocross, miti che non si possono dimenticare. Ha lasciato un vuoto, e lo ha fatto gi&agrave; due volte. L&rsquo;assenza della Suzuki si sente nel Mondiale. Sono scelte che purtroppo si pagano nelle vendite del prodotto per i clienti. La moto di un Marchio nel Motocross non deve per forza vincere ma deve essere di qualit&agrave; e si deve vedere alle gare altrimenti sei penalizzato nelle vendite, perch&eacute; il mercato &egrave; una nicchia di clienti molto competenti e esigenti. Ovviamente spero rientrino presto&rdquo;.  Kevin Schwantz, l&#39;uomo simbolo della Suzuki 

L&#39;emiliano vinse da pilota e poi da manager, lanciando in orbita Puzar. &quot;Quando iniziai a correre, la Marca era sinonimo di leggende come De Coster, Geboers, Barnett. Quando firmai con loro, la loro moto era il top dell&#39;epoca&quot;

Motocross: Michele Rinaldi, orgoglio tricolore

E&#39; stato un weekend difficile per Marc Marquez, sicuramente molto al di sotto delle sue aspettative. I guai, a dire il vero, sono iniziati domenica scorsa, nella prima gara della stagione per la classe regina, quando il pilota Honda &egrave; caduto e la RC213V, colpendolo, gli ha fratturato l&#39;omero.  Da qui &egrave; scattata una vera e propria corsa contro il tempo: prima l&#39;operazione all&#39;ospedale di Barcellona e poi il desiderio di provare a tornare in pista a quattro giorni dall&#39;intervento.  Una pazzia? A molti &egrave; sembrato cos&igrave;. Un rischio totalmente inutile, per rincorrere un Mondiale che &egrave; gi&agrave; compromesso. Ma Marquez voleva almeno provarci, per mettersi l&#39;animo in pace. Voleva sapere di aver fatto tutto il possibile per rientrare al pi&ugrave; presto e provare a rimediare a un errore che potrebbe costargli caro.  Marquez: &ldquo;Ci ho provato. Ora posso dormire tranquillo&rdquo;  Un tentativo che non &egrave; andato a buon fine   Ma la determinazione a volte non basta e anche Marc, alla fine, si &egrave; dovuto arrendere. Il piano di saltare il venerd&igrave;, per continuare con la riabilitazione, e risalire in sella al sabato, per vedere quanto poteva spingere, non ha funzionato.  Nella Q1 &egrave; tornato al box, si &egrave; tolto il casco, e ha ammesso di non farcela a correre. Il sogno dell&#39;otto volte iridato &egrave; andato in frantumi: era troppo presto.  GP Andalusia, MotoGP: Quartararo centra il bis. Rossi ritrova il podio  Le lastre della frattura   Un verdetto che se da una parte gli ha permesso di togliersi un peso, dall&#39;altra sicuramente brucia. Tanto &egrave; vero che&nbsp;Marquez non se l&#39;&egrave; ancora lasciato alle spalle e questa mattina ha pubblicato alcune foto sui social scrivendo: &ldquo;Iniziamo una nuova settimana con grande energia, ma prima di tutto vi mostro alcune immagini della settimana appena trascorsa&rdquo;.  Tra queste, una foto con il Dottor Mir e altre delle lastre della frattura all&#39;omero e della placca che &egrave; stata inserita per contenerla... che lo spagnolo abbia voluto mostrare la gravit&agrave; dell&#39;infortunio per giustificarsi, in qualche modo, e&nbsp;rispondere alle tante polemiche?     &nbsp;   &nbsp;  &nbsp;    &nbsp;     Visualizza questo post su Instagram   Buenos d&iacute;as a tod@s! Empezamos con mucha fuerza una nueva semana, pero antes os dejo un resumen fotogr&aacute;fico de la anterior Good morning everybody! We start a new week with great energy, but first let&rsquo;s enjoy some pics from last week! #MM93  Un post condiviso da  Marc M&aacute;rquez (@marcmarquez93) in data: 27 Lug 2020 alle ore 2:23 PDT      Quanto coster&agrave; quella caduta?   Del resto, di diatribe e chiacchiere sul suo caso ce ne sono state eccome: c&#39;&egrave; stato chi diceva che tornando in pista avrebbe messo a rischio gli altri piloti e chi, minimizzando, sosteneva che ce l&#39;avrebbe fatta tranquillamente a gareggiare e anche a vincere, senza considerare i problemi che avrebbe comportato un&#39;eventuale caduta, con le viti dentro al braccio.  Ma quel che &egrave; certo &egrave; che Marc a Jerez non ha corso e Fabio Quartararo, in sua assenza, &egrave; andato a conquistare altri 25, punti arrivando a quota 50.  La stagione di Marquez, che ripartir&agrave; sicuramente da Brno, sar&agrave; quindi tutta in salita. Non solo dovr&agrave; fare i conti con la frattura che continuer&agrave; a dargli noia alla guida della Honda, ma dovr&agrave; fare anche gli straordinari se vorr&agrave; recuperare il gap con Quartararo e con Vinales. Come? Prendendosi (ancora) dei rischi, dando il tutto per tutto.  Una cosa che gli riesce bene, forse anche troppo:&nbsp;chiss&agrave; che non sia stata proprio la voglia di rimonta e vittoria, mentre stava recuperando Vinales nella prima gara, ad essergli costata il Mondiale.  MotoGP, Mondiale Piloti: Quartararo allunga su Vinales 

Il pilota spagnolo torner&agrave; in pista a Brno, ma con due zeri sulle spalle e Quartararo a +50, la strada sar&agrave; tutta in salita

Caso Marquez: &egrave; con troppa voglia di vincere che si perde un Mondiale?

Un uomo che ha saputo realizzare un sogno in realt&agrave;. Sante Mazzarolo ci ha lasciato ieri, venerd&igrave; 1 maggio, proprio nel giorno dedicato ai lavoratori. Lui che, sino all&rsquo;et&agrave; di 91 anni, continuava a lavorare, perch&eacute; quello era il suo credo, lo stile di vita.  E che stile i prodotti Alpinestars! La Stelle Alpine sono riconosciute in tutto il mondo per dinamicit&agrave;, eleganza e sportivit&agrave;. Con quel condensato di grinta, tipica dei piloti e personaggi supportati.  La stessa grinta di Sante, in giovent&ugrave; artigiano di cuoio e pelli, poi diventato imprenditore di successo. La sua azienda - veneta - con base ad Asolo, si &egrave; espansa oltre i confini italiani, toccando Los Angeles e Tokyo.  Nativo di Maser, Mazzarolo lascia la moglie Dolly e tre figli, i quali lavorano nell&rsquo;azienda di famiglia. Il sindaco del piccolo paesino del fondatore Alpinestars ha voluto salutare l&rsquo;innovatore di tecnologia e lifestyle della stella da corsa: &ldquo;Maser perde un imprenditore dotato di grande capacit&agrave;, spessore umano e autentica fede&rdquo;.  I piloti supportatati da Alpinestars sono fedeli al marchio: del Motomondiale citiamo Marc Marquez - campione del mondo MotoGP - nelle derivate c&rsquo;&egrave; il pluri iridato Johnny Rea, in Formula 1 sono tanti i team vestiti da capo a piedi. E poi, corridori dell&#39;AMA Supercross, quelli della Nascar, i protagonisti del Supermoto... in ogni paddock a due e quattro ruote, possiamo vedere brillare la stella di Sante.    Roger De Coster, asso del cross, regal&ograve; negli anni Settanta il titolo di specialit&agrave; all&rsquo;azienda di Sante, che poi pass&ograve; alla velocit&agrave;: Kenny Roberts fu il primo campione del mondo classe 500 a indossare indumenti Alpinestars, in uno stile divenuto sempre pi&ugrave; californiano. Infatti, nei primi anni Ottanta, il marchio apre anche a Los Angeles, coprendo gran parte del territorio USA motociclistico.  Pi&ugrave; avanti, oltre a tute in pelle, linea di abbigliamento tecnico, scarpe per corridori di auto, Alpinestars produce linee sportive e casual, accessori per gli appassionati di mountain bike, airbag e tanto altro.  La Redazione di Motosprint porge le pi&ugrave; sentite condoglianze alla famiglia Mazzarolo, in un abbraccio virtuale e sincero.  Suppo: &ldquo;Marquez e Stoner? Caratteri opposti, Marc vede tutto positivo&rdquo; 

Il fondatore di Alpinestars aveva 91 anni. Lo stile della azienda lasciata ai figli &egrave; unico nel suo genere e presente in ogni paddock a due e quattro ruote

Lutto nel motorsport: ci ha lasciato Sante Mazzarolo

        Ryan Dungey e KTM negli ultimi anni hanno scritto insieme alcune delle pagine pi&ugrave; belle ed emozionanti nella storia dell'AMA Supercross, conquistando 3 titoli di fila nella 450 SX. Purtroppo il ritiro dalle competizioni dello stesso Dungey ha creato un vuoto, che fortunatamente &egrave; stato immediatamente colmato da un altro fenomeno, il francese&nbsp;Marvin Musquin, che a bordo della sua&nbsp;KTM 450 SX-F Factory Edition ha recentemente sbancato Las Vegas portandosi a casa il Jackpot milionario della&nbsp;Monster Energy Cup, conquistato il Supercross di Parigi e primeggiato nella Red Bull Straight Rhythm. Il futuro di KTM nel Supercross &egrave; ancora promettente, anche perch&eacute;&nbsp;nel&nbsp;Red Bull KTM Factory Racing Team,&nbsp;gestito dal leggendario Roger De Coster e allenato da Aldon Baker, &egrave; arrivato un altro protagonista, Broc Tickle, vincitore nel 2011 del 250 SX West Championship e osservato speciale sia nel Supercross che nella Pro Motocross Series nella classe regina.&nbsp; Obiettivo: risultati grandiosi - "Siamo veramente orgogliosi di presentare oggi il nostro Factory Team e i team che andremo a supportare nel 2018&rdquo;, ha detto Roger De Coster&nbsp;(Red Bull KTM Team Manager). &ldquo;Nel&nbsp;Red Bull KTM Factory Team Marvin (Musquin, ndr) ha chiuso un 2017 con dei risultati eccellenti che ben ci fanno sperare per il 2018 e abbiamo lavorato bene con Broc affinch&eacute; abbia tutti gli strumenti per lavorare al meglio durante la prossima stagione. Siamo felici altres&igrave; di prorogare la nostra collaborazione con il&nbsp;Troy Lee Designs/Red Bull/KTM team affinch&eacute; la KTM 250 SX-F Factory ottenga risultati di livello, mentre mi soddisfa di poter continuare a lavorare con&nbsp;Rocky Mountain ATV/MC &ndash; WPS &ndash; KTM team che ha un ottimo schieramento di forze, nella 450 come nella 250. Infine sono veramente soddisfatto che la collaborazione tra l'R&amp;D americano e austriaco abbiano lavorato assieme per realizzare la&nbsp;KTM 450 SX-F Factory Edition con la quale vogliamo tutti conquistare ulteriori, grandiosi risultati per il 2018". Gli altri team - Confermata anche per il&nbsp;2018 la collaborazione tra KTM e il Team&nbsp;Troy Lee Designs/Red Bull/KTM, che negli ultimi anni ha "prodotto" alcuni dei migliori talenti del Supercross nella 250cc. Per la nuova stagione, a veterani quali&nbsp;Shane McElrath&nbsp;e&nbsp;Alex Martin si affiancheranno rookie come&nbsp;Sean Cantrell e astri nascenti come&nbsp;Jordon Smith. Nel frattempo Jessy Nelson&nbsp;collaborer&agrave; come Team e Brand Ambassador e seguir&agrave; in prima persona la TLD amateur riders mettendo a disposizione la sua grande esperienza di pro racer. Tyler Keefe continuer&agrave; a supervisionare l'organizzazione del Team e lavorer&agrave; a stretto contatto con KTM per lanciare l'ennesimo assalto alla leadership nella 250 SX Classes e della Outdoor Series. Il Rocky Mountain ATV/MC &ndash; WPS &ndash; KTM&nbsp;team, dopo una positiva esperienza nel Pro Motocross series 2017,&nbsp;continuer&agrave; la collaborazione con KTM per la prossima stagione schierando due piloti nella classe 450&nbsp;sia nell'AMA Supercross che nel Pro Motocross e due piloti nella 250 SX.&nbsp;Blake Baggett, forte degli ottimi piazzamenti ottenuti quest'anno nella Pro Series che gli hanno consentito di conquistare il terzo posto alla fine del campionato, si schierer&agrave; nella classe 450 sia nell'indoor che nell'outdoor. Beggett verr&agrave; affiancato da Benny Bloss, che cresce di classe forte degli ottimi risultati ottenturi. Dakota Alix, che quest'anno ha corso con la 450 SX-F, si schierer&agrave; nel campionato 250 SX West Coast e nell'outdoor 250 Motocross Championship. Sul fronte opposto, il venezuelano Anthony Rodriguez parteciper&agrave; per il quarto anno alla East Coast Series.&nbsp;  &nbsp;LA NUOVA KTM - E' stata anche svelata la nuova KTM 450 SX-F Factory Edition,&nbsp;che a partire da dicembre sar&agrave; commercializzata nel solo mercato americano. Come per tutte le Factory Edition, anche la MY18 prevede un ricco elenco di accessori selezionati nel catalogo KTM Power Parts, che la rendono pi&ugrave; performante. Esteticamente la moto salta all'occhio per le singolari grafiche Red Bull KTM Factory Racing e per il telaio arancione; andando nel dettaglio, la lista degli accessori vede piastre forcella anodizzate arancione, cover frizione factory Hinson, cerchi D.I.D Dirt Star, sella factory con logo Selle Dalla Valle, disco freno anteriore flottante e molto altro. La moto presenta ulteriori caratteristiche tecniche che la distinguono rispetto al modello precedente per rientrare nei termini di omologazione dell'AMA Supercross.&nbsp; &nbsp;       

Accanto a Marvin Musquin arriver&agrave; Broc Tickle.

KTM e lo squadrone del Supercross

Sfida titanica tra Tony Cairoli (Ktm) e Ryan Villopoto (Kawasaki) nel Mondiale cross MXGP questo week-end a Losail, in Qatar. Sia il 29enne siciliano che il 26enne statunitense hanno scelto di restare fedeli ai numeri che ne hanno contraddistinto i momenti pi&ugrave; esaltanti delle rispettive carriere: il 222 per Cairoli, il 2 per Villopoto. Valori che sono diventati autentici marchi di fabbrica, tanto da permetterli di riconoscerli come TC222 e RV2. Chi avr&agrave; la meglio tra i due?  Qui gli orari per seguire MXGP in TV.  Tony Cairoli ha passato un inverno come tanti altri. Un paio di feste per celebrare i successi della stagione appena conclusa, qualche settimana di riposo, poi via con gli allenamenti, duri e scrupolosi, quest'anno forse anche di pi&ugrave;. La stagione nuova l'ha iniziata a modo suo: vincendo. Gli Internazionali d'Italia, in questo caso.  Ryan Villopoto invece s'&egrave; nascosto a lungo. Nessuno sapeva dove fosse, cosa stesse facendo, come si stesse preparando alla grande sfida. Poi a fine gennaio i primi avvistamenti, pi&ugrave; incerti e misteriosi di quelli del Bigfoot. Finch&eacute; non sono usciti i primi video a confermare che s&igrave;, Ryan era in Italia, a sudare nelle sabbie mobili di Fertilia, Sardegna, per preparare l'assalto al trono di re Tony.    Chi vincer&agrave;? Red Bull lo ha chiesto a un po' di piloti... RYAN DUNGEY, vincitore di due titoli AMA Supercross e tre titoli AMA Motocross Ho corso contro Villopoto nel supercross e nel motocross, e devo dire che &egrave; molto competitivo. Cairoli per&ograve; &egrave; migliorato molto negli ultimi anni. Le piste del MXGP sono molto diverse, Cairoli le conosce gi&agrave; bene mentre Ryan invece dovr&agrave; studiarle ogni volta. Ad ogni modo io punto su Villopoto. MARVIN MUSQUIN, vincitore titolo MX2 2009 e 2010, attuale leader Campionato AMA Supercross 250 Anche se apprezzo Villopoto perch&eacute; &egrave; un grandissimo pilota, sono dalla parte di Antonio, perch&eacute; ho il massimo rispetto per tutto quello che fa e che ha raggiunto, per il suo carattere e il suo modo di correre. La loro sfida &egrave; una bella cosa per lo sport, e penso che anche i fans americani seguiranno con pi&ugrave; attenzione il Mondiale. Anche se credo che ci saranno altri piloti che possono inserirsi tra loro due, scommetto su Cairoli. ROGER DE COSTER, vincitore di 5 titoli Mondiali MX negli anni '70 Sar&agrave; una bella lotta. Per Cairoli &egrave; un'ottima opportunit&agrave; di mostrare il suo talento a tutto il mondo, perch&eacute; a volte non ci si rende conto di quanto sia forte. Non sar&agrave; facile per lui, perch&eacute; anche Villopoto &egrave; molto bravo, e non credo che stia pensando di venire in Europa in vacanza, correr&agrave; molto seriamente. Ma &egrave; diverso andare in Europa e vincere un paio di gare, rispetto a partecipare a tutto il campionato. Il cibo &egrave; diverso, cos&igrave; come i posti, le persone, i ritmi, si viaggia anche diversamente, e anche i piloti corrono in modo differente, mentre gli americani sono molto abitudinari perch&eacute; da loro ovunque vai &egrave; tutto pi&ugrave; o meno uguale, che ti trovi sulla costa Est o in quella opposta. Credo che sar&agrave; veramente un bel campionato, io punto su Cairoli perch&eacute; alla fine credo che la spunter&agrave; lui, sar&agrave; molto tirata ma un suo pregio &egrave; che non si fa prendere dal panico, sa come mantenere la calma e la concentrazione. KEN ROCZEN, vincitore titolo MX2 2011 e campionato AMA Motocross 450 2014 Considerando tutta la stagione, la mia preferenza &egrave; per Cairoli, RV non avr&agrave; nessuna possibilit&agrave; perch&eacute; Cairoli &egrave; Cairoli e in Europa &egrave; tutto diverso. Tony &egrave; un mio buon amico, e credo che ce la far&agrave;, per cui punto tutto su di lui.  &nbsp;   Red Bull ha incontrato anche altri amici del Motocross, facendo loro due domande semplici:  1. Cairoli contro Villopoto: chi vincer&agrave; e perch&eacute;?  2. Chi pu&ograve; essere l'outsider in grado di insidiare i due grandi favoriti?  Ecco alcune risposte.&nbsp;  AARON HANSEL - Editor-At-Large per RacerX Online e redbull.com 1. Sgombriamo subito la pista dalle formalit&agrave;, ok? Villopoto e Cairoli sono due incredibili talenti, e sono gi&agrave; leggende di questo sport. Dire chi vincer&agrave; il Mondiale 2015 &egrave; azzardato quanto un&rsquo;impresa di Robbie Maddison. Detto questo, tocca sbilanciarsi&hellip; e io mi sbilancio dalla parte di Villopoto. Lo vedo correre ormai da anni, e l&rsquo;ho visto annientare i migliori talenti dell&rsquo;AMA. Certo, di tanto in tanto &egrave; stato battuto, ma a fine stagione era sempre davanti. Negli anni in cui non ha subito infortuni, ha sempre vinto il campionato. Certo ci sono molti aspetti che gli complicheranno la vita: dovr&agrave; adattarsi al format di gara su due giorni (le gare dell&rsquo;AMA sono su un&rsquo;unica giornata), avr&agrave; enormi pressioni dagli sponsor e l&rsquo;occhio dei media puntati addosso (cosa che gi&agrave; in Usa non amava per niente), e rischia di essere surclassato sui percorsi pi&ugrave; sabbiosi, Lommel su tutti. Ma non mi aspetto che questi fattori spostino l&rsquo;ago della bilancia a favore di Cairoli - Villopoto &egrave; abituato da anni a gestire le responsabilit&agrave; legate al fatto di essere un campione, e quanto a pressioni anche Cairoli avr&agrave; i suoi bei problemi. La cosa incredibile di Villopoto &egrave; che, quando necessario, ha sempre trovato il modo di alzare il suo rendimento a livelli irraggiungibili per gli altri, in America. Credo possa farlo anche ora che dovr&agrave; lottare contro Cairoli.  2. Gautier Paulin. Dopo aver visto come ha corso al Motocross delle Nazioni 2014, &egrave; dura chiamarlo outsider. L&rsquo;anno scorso ha vinto 5 manche, e senza l&rsquo;infortunio sarebbero state di pi&ugrave;, quest&rsquo;anno ne vincer&agrave; altre. Mentalmente, avr&agrave; anche il vantaggio di sapere che la sua nuova Honda HRC non &egrave; seconda a nessuno, e avr&agrave; al suo fianco come Team Manager il leggendario Jean-Michel Bayle. Unendo tutti questi ingredienti, Paulin potrebbe riuscire a preparare un piatto indigesto per Tony e Ryan. LLUIS LLURBA - Offroad Editor per Motociclismo Magazine (Spagna) 1. Ryan Villopoto ha lavorato molto duramente in inverno, con il suo amico Tyla Rattray che gli ha spiegato un po&rsquo; di cose sul mondo MXGP. Ma non baster&agrave; per battere Cairoli. L&rsquo;italiano conosce la maggior parte dei circuiti come le sue tasche, mentre Villopoto dovr&agrave; adattarsi.  2. Ci sono tanti altri nomi da tenere in considerazione: Searle, Bobryshev, Dycker, Paulin, Frossard, Nagl&hellip; Per me per&ograve; gli unici due che potranno davvero insidiare Villopoto e Cairoli sono Jeremy Van Horebeek e soprattutto Clement Desalle.   GARTH MILLAN, fotografo di MX 1. La prima cosa che mi viene in mente quando penso alla nuova stagione sono i tifosi. Seguo da vicino questo sport da ormai 30 anni, e non ho mai visto cos&igrave; tanta eccitazione e attenzione in America per il Mondiale MX. Posso solo immaginare quanto siano gasati i tifosi europei. Venendo ai nostri due uomini, &egrave; dura, ma punto su Villopoto. E&rsquo; un tale combattente, e sento che, anche se ci metter&agrave; qualche gara a trovare il ritmo e ad abituarsi alle differenze rispetto al motocross USA, sar&agrave; presto al&rsquo;altezza e potr&agrave; vincere il titolo. E&rsquo; cos&igrave; forte che pu&ograve; farcela.  2. D&rsquo;istinto mi vengono in mente Ken de Dycker e Gautier Paulin. Credo che loro due contribuiranno a rendere le cose interessanti nel 2015, e farei particolare attenzione a Paulin. Fiammetta La Guidara    

Sfida titanica tra Tony Cairoli e Ryan Villopoto nel Mondiale cross MXGP questo week-end a Losail, in Qatar. Chi avr&agrave; la meglio?

Motocross, Cairoli vs Villopoto

L'anno prossimo il panorama internazionale si arricchisce di un challenge in pi&ugrave;: arriva il campionato europeo 250 Stock. Ad annunciarlo &egrave; la stessa FIM Europe, che lo ha fortemente voluto per incrementare la partecipazione dei giovani piloti in una classe propedeutica ad altri campionati internazionali in circuito.  Il nuovo campionato si articoler&agrave; in sei gare doppie e il calendario seguir&agrave; quello del campionato Alpe Adria. Si comincia proprio dal circuito veneto di Adria per poi approdare in Ungheria, sul Pannoniaring, in Croazia, a Rijeka, in Repubblica Ceca, sul tracciato di Most, e infine di nuovo in Ungheria, ma all'Hungaroring, prima della finale in Slovacchia, sullo Slovakiaring. La moto coster&agrave; al massimo 10.000 euro.  "Volevamo organizzare un campionato in pista credibile, abbordabile e forte, per le federazioni, per le squadre e per i piloti", ha detto il dottor Wolfgang Srb, presidente di FIM Europe. "Da luglio abbiamo iniziato a aprlare con Dorna e grazie a una stretta collaborazione l'anno prossimo avremo un campionato europeo in Moto2 e in Superbike. Ci mancava ancora un campionato europeo facile, economico e credibile, che potesse rappresentare un gradino fondamentale per i giovani. La scorsa estate abbiamo cominciato a parlare con Luigi Favarato, presidente di Alpe Adria. Non volevamo dar vita ad un monomarca, ma ad una sfida aperta a tutti i costruttori. Ora possiamo permettercelo".  "Abbiamo sfidato le federazioni e gli organizzatori a sviluppare delle classi abbordabili per i campionati europei, specialmente per i giovani", ha aggiuto Martin De Graaff, presidente dello Sporting Council di FIM Europe. "Se inizi con questa classe dopo puoi passare facilmente ai gradini superiori. Insieme alle federazioni stiamo cercando soluzioni diverse anche in altre classi, quindi questo &egrave; soltanto linizio. Ovviamente dobbiamo avere molti piloti in ogni classe, affinch&eacute; gli organizzatori possano coprire le spese del circuito".  "E' una specie di Pre-Moto3", ha commentato Luigi Favarato, presidente dell'Unione Alpe Adria. "E' un campionato per giovani che non possono spendere troppo. La FIM Europe ci ha chiesto di scrivere i regolamenti sportivi e tecnici di questa classe, e noi lo abbiamo fatto con grande piacere, anche perch&eacute; questo campionato &egrave; un'ottima opportunit&agrave; non solo per Alpe Adria ma anche per molti Paesi Europei".  (Nella foto, da sinistra Luigi Favarato, presidente di Alpe Adria, Wolfgang Srb, presidente di FIM Europe e Martin De Graaff, presidente dello Sporting Council di FIM Europe. La moto &egrave; stata realizzata da Franco Moro ed &egrave; motorizzata Sherco) Fiammetta La Guidara

L'anno prossimo il panorama internazionale si arricchisce di un challenge in pi&ugrave;: arriva il campionato europeo "low cost"

Arriva l'europeo 250 Stock

L'elenco delle squadre e dei piloti che prenderanno parte al prestigioso Trofeo in programma il 28 settembre in Lettonia

Motocross delle Nazioni: i protagonisti

  Gli statunitensi hanno in grande considerazione il Motocross delle Nazioni. A differenza del mondiale che &egrave; considerato con sufficienza da piloti e appassionati, il confronto a squadre coinvolge molto e la partecipazione &egrave; curata nei minimi dettatagli. Lo dimostra la presentazione della squadra che c'&egrave; stata in occasione dell'ultima prova del National a Lake Elsinore in California con piloti e rispettive moto gi&agrave; in tenuta a "stelle e strisce".  Nella foto il trio che scender&agrave; in pista a Lommel in Belgio il 29 e 30 settembre, da sinistra, Ryan Dungey (KTM) che garegger&agrave; in MX1, Blake Baggett (Kawasaki) che sar&agrave; schierato in MX2 e Justin Barcia (Honda) che affronter&agrave; l'impegno nella Open. Il Team Manager sar&agrave; Roger De Coster. Una squadra davvero temibile.

Il dream team statunitense

      Il GP Europa corso a Faenza rimarr&agrave; alla storia del motocross. Non capita tutti gli anni che nello stesso giorno vengano assegnati i due titoli pi&ugrave; importanti della disciplina. Dopo che Antonio Cairoli ha vinto al termine della prima manche l'alloro della MX1, quarto titolo consecutivo nella classe maggiore e sesto titolo personale considerando i due vinti nella MX2, l'olandese Jeffrey Herlings al termine della seconda manche ha chiuso il discorso della corsa al titolo per quanto riguarda la MX2.   Cos&igrave; l'ultimo appuntamento del mondiale, il 23 settembre in Germania, sar&agrave; una buona occasione di allenamento per tutti in vista del Motocross delle Nazioni in programma a fine mese a Lommel in Belgio.   Con Cairoli ed Herlings KTM ha cos&igrave; sbancato il mondiale cross, due vittorie meritatissime per i piloti ed altrettanto meritate da parte della Casa austriaca, l'unica impegnata direttamente nel mondiale con uno spiegamento di forze notevole. Un impegno che da alcuni anni &egrave; radoppioppiato con la nascita del team americano diretto da Roger De Coster ce he ha appena vinto il titolo National con Ryan Dungey.    

31 risultati per 'De Coster'